Relazioni Istituzionali e Azione Collettiva (RIAC): Etifor e NATIVA portavoce del cambiamento

Advocacy, azione collettiva e pratiche fiscali responsabili sono i principi cardine del nuovo Argomento di Impatto Relazioni Istituzionali e Azione Collettiva (RIAC).

Scopri le due B Corp italiane Etifor e NATIVA, che hanno già integrato queste azioni nelle proprie pratiche aziendali, e lasciati ispirare dal loro esempio per essere conforme a nuovi requisiti RIAC.

La conversazione di oggi vede come protagoniste Etifor e NATIVA, due B Corp attive nel settore della consulenza che, da tempo, intraprendono e portano avanti iniziative concrete in linea con i requisiti dell’Argomento d’Impatto RIAC previsto dai nuovi standard di B Lab.

Abbiamo intervistato Chiara Caimi, Evolution Guide di NATIVA, e Lucio Brotto, Co-Founder & Business Director di Etifor, per approfondire come le due aziende si stanno già facendo portavoce del cambiamento.

Chi sono Etifor e NATIVA, come nascono e di cosa si occupano?

 

Lucio (L): Etifor | Valuing Nature è una società di consulenza ambientale che lavora con enti e aziende per migliorare i benefici economici, ambientali e sociali di politiche, progetti e investimenti. Nata nel 2011 all’interno dell’Università di Padova, oggi è una Società Benefit certificata B Corp, con oltre 1.700 progetti realizzati in più di 43 Paesi. Il nostro scopo? Rimettere la natura al centro delle decisioni, ideando soluzioni basate sulla scienza! 

 

Chiara (C): NATIVA è la Regenerative Design Company che da oltre dieci anni supporta l’evoluzione di alcune delle più importanti aziende italiane ed europee, accelerandone la transizione verso modelli che mettano al centro la sostenibilità e la rigenerazione e la creazione di valore condiviso. Attraverso un approccio scientifico e umano accompagniamo le organizzazioni e i loro stakeholder in percorsi sistemici, dalla strategia all’evoluzione dei processi e del modello di business, dallo sviluppo delle competenze alla trasformazione degli spazi fisici, fino alla comunicazione del nuovo posizionamento.

 

Cosa ha spinto Etifor e NATIVA a diventare B Corp, e cosa significa per voi far parte di questo movimento?

 

C: NATIVA è stata una delle aziende fondatrici del movimento B Corp in Europa, prima Società Benefit in Europa e B Corp in Italia. Fin dall’inizio abbiamo creduto in questo modello, ritenendolo uno strumento efficace per accelerare l’evoluzione delle aziende e diffondere al loro interno una nuova cultura che consideri sia le variabili economiche che quelle sociali e ambientali. Per questo, dopo averlo applicato su di noi, abbiamo scelto di diffonderlo, accompagnando oltre 140 aziende italiane in percorsi di innovazione che hanno anche permesso loro di diventare B Corp. Ora, accogliamo positivamente i nuovi standard B Corp, che stiamo già applicando su tante imprese, consapevoli di come le aziende di questo movimento siano chiamate a intraprendere unpercorso di esplorazione e miglioramento continuo.

 

 

 


L
: Siamo diventati B Corp nel 2022 e per noi è stato un passaggio naturale, coerente con la nostra identità di Società Benefit. Volevamo misurare il nostro impatto ambientale e sociale in modo ancora più rigoroso e trasparente. Entrare a far parte del movimento B Corp per noi significa impegnarsi concretamente per migliorare ogni anno, confrontarsi con una rete globale di imprese rigenerative e dare forza ai nostri valori: trasparenza, responsabilità, inclusione e fiducia nella scienza.

 

Quali requisiti dell’Argomento d’Impatto RIAC ritenete più stimolanti o significativi per le vostre aziende, e perché?

 

L: Per Etifor, tutti i requisiti RIAC sono rilevanti e rispecchiano profondamente la nostra visione di impresa responsabile. Tuttavia, riteniamo particolarmente significativi quelli legati al tema dell’azione collettiva perché incarnano la nostra idea di cambiamento sistemico: in un contesto in cui le crisi ambientali e sociali colpiscono

persone e territori, lavorare insieme – con enti pubblici, comunità locali, aziende e istituzioni – è l’unico modo per generare impatti duraturi ed equi. Il nostro approccio si fonda sulla co-progettazione, sull’ascolto attivo e sulla valorizzazione della diversità, perché è proprio dall’incontro tra esperienze e competenze diverse che nascono soluzioni innovative e inclusive. Come ricordiamo nel nostro Manifesto, se siamo parte del problema, dobbiamo anche essere parte della soluzione.

 

C: I requisiti più interessanti per NATIVA sono il primo e il secondo, ossia quelli relativi all’approccio dell’azienda sul tema del lobbying e all’approccio collaborativo per ottenere un impatto  sociale e ambientale collettivo, in quanto spingono le aziende a posizionarsi rispetto a temi di impatto portando avanti anche attività di cooperazione con altre aziende e di policy-making. Pensiamo che, in questo momento di incertezza normativa, stia anche alle aziende prendersi degli impegni in questo senso sempre favorendo la trasparenza rispetto ai loro impegni di lobbying e il lavoro in modalità collaborativa con altre realtà del panorama socio-economico.

Quali azioni concrete avete già intrapreso in relazione ai requisiti dell’Argomento d’Impatto RIAC?

 

C: NATIVA, nel 2022, ha contribuito, insieme a Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, al lancio di CO2alizione, iniziativa che ad oggi riunisce più di 90 imprese che hanno inserito una finalità di neutralità climatica all’interno dello statuto aziendale. Questa iniziativa si allinea perfettamente con il requisito RIAC 2, in cui viene richiesto che l’azienda collabori attraverso iniziative compartecipate per ottenere un impatto sociale o ambientale collettivo ed in particolare con il criterio di conformità RIAC 2.1.c. per cui viene richiesto che l’azienda collabori con più parti interessate per promuovere l’impatto sociale o ambientale. CO2alizione è infatti un’iniziativa multi-stakeholder che coinvolge partner come aziende, organizzazioni di business e del terzo settore come contributori al programma annuale dell’iniziativa, arricchendola così di una solida base scientifica e competenze diversificate. Inoltre, attraverso le attività del programma 2025, ci siamo allineati direttamente al criterio di conformità RIAC 2.1.d. per cui viene richiesto che l’azienda promuova politiche pubbliche attraverso attività di lobbying positivo per migliorare l’impatto sociale e ambientale attraverso la realizzazione di una lettera di posizionamento sui Piani di Transizione Climatica previsti a livello normativo europeo, sottolineando la necessità di mantenerli all’interno di direttive come CSRD e CSDDD. La lettera è stata firmata da più di 60 aziende ad oggi (la possibilità di firmare è ancora aperta!) e viene utilizzata come strumento di ingaggio e lobbying positivo verso le istituzioni europee.

 

 

L: Gli argomenti cruciali per noi sono quelli riguardanti Lobbying Responsabile (RIAC 1), l’Azione Collettiva per l’impatto sociale/ambientale (RIAC 2) e le Pratiche Fiscali Trasparenti (RIAC 3). Un esempio emblematico di impegno in RIAC 1 è stata la nostra presenza alla COP16 sulla biodiversità in Colombia. In quel caso siamo stati portavoce delle imprese italiane impegnate nella rigenerazione della natura, contribuendo al dibattito globale sulla transizione nature-positive. Per quanto riguarda RIAC 2, co-progettiamo interventi per individuare e prendere in considerazione tutti i bisogni e le aspettative dei soggetti coinvolti nel progetto e su cui ricadranno gli impatti attraverso un approccio bottom-up che possa garantire un concreto impatto sulle comunità locali. Per esempio, nell’iniziativa Parco Fiume Brenta abbiamo coinvolto in un processo partecipativo più di 10mila persone che amano e vivono il fiume Brento per individuare un nuovo gestore dell’area Natura 2000 e per co-ideare attività di sensibilizzazione ed educazione sul territorio. Un altro progetto è BioClima, in cui abbiamo lavorato per Regione Lombardia per creare un partenariato pubblico-privato per finanziare soluzioni basate sulla natura. Inoltre, dopo la Tempesta Vaia, abbiamo dato vita a WOWnature che permette a cittadini, enti e aziende di far crescere nuove foreste e proteggere quelle esistenti, nel rispetto dei più alti standard di gestione forestale. Infine, per quanto concerne RIAC 3, noi promuoviamo la trasparenza interna ed esterna come principio fondante. Attraverso software dedicati condividiamo i dati economici e produttivi con tutto il team, perché crediamo che la consapevolezza generi responsabilità e fiducia.

 

Considerando il miglioramento continuo come uno dei pilastri del movimento B Corp, quali aspetti dell’argomento di impatto RIAC vorreste rafforzare nei prossimi anni?

 

L: Nei prossimi anni intendiamo rafforzare la nostra capacità di influenzare politiche pubbliche e di mercato, sempre in modo collaborativo e trasparente. Vogliamo porci come esempio di buone pratiche e promuovere la condivisione di conoscenza, affinché aumentino i progetti a beneficio della natura e della società. Per raggiungere questi obiettivi potenzieremo la collaborazione con istituzioni, organizzazioni e fondazioni creando spazi di confronto e cooperazione come stiamo facendo con il Business for Biodiversity Italy: il network italiano di aziende e istituzioni finanziarie impegnate per un futuro Nature Positive, fondato da noi insieme a Regione Lombardia e Forum per la Finanza Sostenibile.

Inoltre vogliamo migliorare il modo in cui misuriamo l’efficacia delle nostre azioni di inclusione, coinvolgimento e advocacy, assicurandoci che questi principi siano pienamente vissuti anche all’interno del nostro team. Allo stesso tempo, lavoreremo per migliorare gli strumenti di valutazione interna, così da comprendere ancora meglio come le nostre scelte organizzative impattano sulle persone e sul pianeta.

Etifor, già dal nome, è una realtà nata per unire etica e foreste, scienza e impatto. Oggi continuiamo a farlo con ancora più determinazione, perché crediamo che solo mettendo la natura e le persone al centro si possa costruire un’economia davvero responsabile.

 

C: Avere sempre di più un approccio impact-driven più che output-driven è una delle direzioni di evoluzione che su cui vogliamo focalizzarci nei prossimi anni. La misurazione degli impatti di breve, medio, lungo periodo è l’aspetto che maggiormente vorrà indirizzare le scelte di azione delle progettualità di NATIVA in generale e di CO2alizione in particolare.

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